venerdì 12 luglio 2013

12 RACCONTI PER HOPPER


Aracne Edizioni, 115 p., 10 euro

 



 

Carla Cirillo raccoglie 12 racconti ispirati ad altrettanti dipinti di Edward Hopper e così trasforma la luce in parole creando un complesso ipertesto che rende la scrittura densa e concreta. Alla  fine dell'anime “Texnologyze”, i protagonisti raggiungono un mondo popolato di fantasmi rassegnati e si ritrovano dentro le opere del grande pittore americano; analogamente in queste pagine il lettore scopre i sonnolenti paesaggi della periferia e la psicologia di personaggi che fronteggiano la solitudine con la densità luminosa del Realismo e la malinconia di Degas. Si tratta di lasciarsi prendere da un tessuto di citazioni che consentono di penetrare nelle case tranquille, nei locali quasi deserti, nelle camere che smettono di essere anonime solo per brevi momenti, come luoghi e non-luoghi impolverati. L'autrice veneta esalta le qualità cromatiche delle stanze, definendo le ombre (o la loro assenza) con un processo grafico /ottico che ricorda le fotografie di Erwin Olaf e le esperienze di video-poesia.  Le voci narranti confluiscono verso il loro deus ex machina sottolineando l'aspetto umano e intimo dell'artista. Spazio, superfici e colori diventano uno spunto per una serie di riflessioni  filosofiche  che dimostrano una rara capacità di coniugare la sensibilità letteraria a una rete di citazioni. Le digressioni si muovono dai classici greci ai mastri figurativi; dal cinema alla saggistica e, se a volte contribuiscono a dare un tocco di raffinatezza, in alcuni casi appesantiscono il ritmo generando cesure troppo marcate. Se volessimo cercare un termine di paragone, potremmo riferirci al fortunatissimo “L'eleganza del riccio” di Muriel Barbery o a Javier Marías, ma qui  il filo che lega tra loro le storie d'incomprensione, le scene e i quadri corrispondenti è il Tempo: la successione cronologica scandita dal calendario segna la variazione dei chiaroscuri e il susseguirsi delle tappe vissute. Riprendendo la linea concettuale di “Le mitomani favolose”, questi testi mettono al centro la donna, inserendosi nel prolifico filone del romanzo al femminile italiano che va da Claudia Priano a Valeria Parrella.

 

 

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